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Il 2008

8/14/2020

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Il 2008 è l'anno in cui ho viaggiato per la prima volta negli Stati Uniti.
Volevo documentare le elezioni di novembre, seguire da vicino quelle che sembravano (e furono) elezioni storiche.
Il 2001 non era così lontano, gli anni dei Clinton prima e dei Bush dopo erano stati lunghissimi e pesanti e c'era voglia di cambiamento. E poi era arrivato Obama. Si era candidato con poche possibilità, ma aveva stravolto tutto.
Le persone iniziarono a ritrovare entusiasmo e a coinvolgersi.
''Yes we can'' era lo slogan perfetto per un tempo nuovo. Uno slogan lanciato verso il futuro attraverso quel nuovo mezzo di comunicazione che prima di allora nessuno aveva usato, Facebook. Gli Stati Uniti erano di nuovo il futuro, il cambiamento, la possibilità. Mi ero fermato un paio di mesi, da ottobre e inizio dicembre.

Il 4 novembre, il giorno delle elezioni, avevo deciso di passarlo a Times Square. Dagli studi televisivi di Good Morning America della ABC avrebbero fatto una lunga diretta, e i risultati sarebbero apparsi sul mega schermo che sovrasta la piazza.
A Times Square ero arrivato abbastanza presto, perchè immaginavo che ci sarebbe stata moltissima gente. Alle 17 il grande spiazzo di Times Square era già tutto transennato, e la gente arrivava con sedie pieghevoli, panini e bevande, pronti a una lunga maratona di piazza. La piazza era già quasi piena. Era una sorta di capodanno in anticipo, il clima era quello.

Fu una serata di entusiasmo sfrenato, liberatorio. Ad ogni Stato che diventava blu partiva un boato, e lo slogan ero il refrain di tutta la notte. 'YES WE CAN' cantavano gruppi di giovanissimi arrivati da Harlem e dal più profondo Queens. Era una festa intergenerazionale, una sorta di festa di liberazione e di balli improvvisati. Obama era il candidato che rappresentava il cambiamento, il sogno pop e il sogno americano messi assieme dal manifesto icona di un artista allora underground che come pochi altri fisso' quel periodo in una grafica essenziale e perfetta e con l'unica parola che poteva unire l'America del 2008: HOPE.

Mi fermai a Times Square fino alle 3 del mattino.
Quando attraversai il ponte di Williamsburg con la metropolitana erano le 4 di mattina.
Sulla facciata di un palazzo che guardava verso Manhattan era apparsa una gigantesta scritta fatta di led luminosi: DREAM
L'America era un posto bellissimo.

DOCUMENTAZIONE VIDEO // Times Square, election night NEW YORK CITY 2008. Footage 4h / interviste + live
DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA //

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